E-mail per le istituzioni
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Data pubblicazione:
Domenica, 28 Novembre, 2010 - 17:00
Qui di seguito trovate il testo da copiare e incollare all'interno della mail:
Buongiorno,
Sono un cittadino di Pra’, quartiere genovese che negli ultimi decenni ha subito una devastazione territoriale che non ha pari nel mondo intero: la distruzione del bellissimo litorale di Pra’ per far posto al Voltri Terminal Container (VTE). Alla devastazione, nel tempo si è aggiunta una difficile convivenza: polveri sottili (CO2 emesso dalle navi in banchina, CO2 emesso dai carrelli portacontainer, CO2 emesso dagli oltre 4.000 camion che ogni giorno entrano ed escono dal porto), inquinamento acustico (carrelli, carri ferroviari, generatori di energia elettrica) e degrado delle aree circostanti il porto sono fonte di grande disagio per i residenti. A tutto questo, da qualche mese, si è aggiunto un container radioattivo. Il container è arrivato a Genova il 14 luglio dagli Emirati Arabi, con scalo intermedio nel porto di Gioia Tauro. Una volta sbarcato, controlli di routine segnalano tracce di radioattività. Inizialmente si dice che nel container è presente una sorgente radioattiva di Cobalto 60. La sorgente, secondo ARPAL, a 200 metri di distanza non risulta più pericolosa. Il container è messo sotto sequestro da parte della Magistratura. Per scongiurare ogni possibile pericolo, nell’intorno del container, i Vigili del Fuoco predispongono una zona di sicurezza. Il 9 agosto, i lavoratori del VTE bloccano l’operatività del Terminal, per protestare contro la superficialità e la leggerezza con cui l’azienda ha operato. A seguito delle agitazioni dei lavoratori, il VTE riconosce “carenze nella gestione dell’emergenza relativa al contenitore radioattivo” e si impegna “ad investire adeguatamente sulla sicurezza”. In questi cinque mesi le “istituzioni” hanno taciuto. Nessuna comunicazione da parte di Comune, Provincia e Regione. I giornali e le televisioni locali hanno trattato l’argomento in maniera piuttosto tranquillizzante. Autorità Portuale, ARPAL, Vigili del Fuoco, VTE e Prefettura si sono trincerati dietro il massimo riserbo o, al più, anche loro, sono stati tranquillizzanti. Se tutto è sotto controllo, perché l’area è stata perimetrata con container pieni d’acqua? Perché in questi giorni si sta provvedendo ad una seconda perimetrazione con ulteriori container riempiti di cemento? Più il tempo passa, più la fantasia galoppa: qualcuno addirittura azzarda la presenza di materiale bellico contenente scorie radioattive o uranio impoverito. Preoccupa inoltre che il container incriminato possa essere solo la punta dell’iceberg: quali altri materiali “pericolosi” transitano all’interno degli enormi “scatoloni metallici”? Confidiamo sulla sua sensibilità e autorità per arrivare a scoprire la verità sottostante ma, soprattutto, ci aiuti a rimuovere l’oggetto ingombrante e ci aiuti a evitare che ciò possa riaccadere.
Certo di un positivo riscontro, porgo cordiali saluti.